La montagna incantata è un progetto realizzato dal Sistema degli Ecomusei della Toscana (S.E.T.), grazie al cofinanziamento della Regione, affidato alla cura di Pietro Gaglianò, critico d’arte versato nei rapporti tra arte e comunità. Agli indicibili scenari naturali, al valore dei tesori artistici e dei patrimoni antropici di queste aree La montagna incantata aggiunge l’estetica dell’arte contemporanea, che lavora come un contrasto, come un’eresia, come una svolta impensata, e rivela aspetti del mondo inaspettati, talvolta oscurati da una narrazione oleografica e stereotipata.
Con questo proposito sono stati invitati due artisti italiani ad abitare, tra l’inverno e la primavera 2025, l’ambiente delle due reti ecomuseali.
Tra i poli dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese è il Castello di Sambuca a ospitare Isabella Pers, artista friulana attenta alle relazioni tra cultura e artificio, all’impatto dell’impronta antropica sull’ambiente, alle trasformazioni in corso determinate dal cambiamento climatico. A tutto questo Pers oppone una possibilità di riconnessione, di risanamento, che include forme di cura e saperi antichi, modulati attraverso azioni collettive e sintetizzati con la pittura, il video, la fotografia.
Nell’Ecomuseo del Casentino Iginio De Luca esplora l’habitat di Chitignano. De Luca, artista di base a Roma, è un osservatore delle contraddizioni politiche e culturali del costume italiano, della persistenza della memoria e delle sue metamorfosi nell’immaginario collettivo. Con operazioni, che includono la performance, la musica, il video e la fotografia, l’artista affresca il vero nel paradosso della finzione.
Pers e De Luca torneranno in più fasi nei due comuni toscani, in ascolto della storia millenaria di questi luoghi e delle storie delle loro comunità. A entrambi è stato sottoposto il concetto di confine, come linea d’indagine che include una qualità specifica dei territori montani, lontani dalle realtà metropolitane e posti in prossimità dei limiti amministrativi regionali. La montagna è intesa come soglia, come luogo di attraversamento e incontro tra la civiltà e il mondo silvano, ma anche in bilico rispetto alla sua stessa esistenza nell’equilibrio tra presenza umana e ecosistema.
La montagna incantata mira quindi non alla contemplazione romantica ma alla rottura dell’incantesimo e alla sua decostruzione. Si vuole così mostrare che la montagna, l’Appennino toscano, è molto di più e contiene molte più storie, ramificazioni e immagini. E che il lavoro delle persone, la loro presenza attiva, è indispensabile per la sua conservazione e perpetuazione, ma anche per la sua trasformazione e il suo rinnovamento.

